Cos’è esattamente la Consent Mode V2 e perché è obbligatoria?
La Consent Mode V2 è un aggiornamento del precedente modello di gestione del consenso, progettato per aiutare i siti web a conformarsi alle normative europee sulla privacy, come il GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati). Questo strumento consente ai proprietari di siti web di regolare il comportamento dei tag di Google in base allo stato del consenso degli utenti. In pratica, permette di raccogliere dati solo quando l’utente ha dato il suo consenso esplicito, rispettando così le preferenze di privacy degli utenti.
La necessità di implementare la Consent Mode V2 deriva dalle stringenti normative in materia di privacy imposte dall’Unione Europea. Il GDPR, in particolare, richiede che i dati personali degli utenti siano raccolti e trattati solo con il loro consenso esplicito. Non conformarsi a queste normative può portare a sanzioni severe, che possono includere multe significative. Pertanto, l’adozione della Consent Mode V2 non è solo una questione di conformità legale, ma anche di fiducia e trasparenza nei confronti degli utenti.
Quali sono i principali strumenti che consentono di attivarla correttamente?
Nonostante non risulti particolarmente complicato attivare la Consent Mode V2 sul proprio sito web, gli strumenti e le modalità per farlo sono svariate, vediamo i principali:
- Google Tag Manager – Uno degli strumenti più utilizzati per implementare la Consent Mode V2 è il Google Tag Manager (GTM). Questo strumento permette di gestire facilmente i tag di tracciamento sul proprio sito web senza dover modificare direttamente il codice del sito. Con GTM, è possibile configurare i tag in modo che rispettino lo stato del consenso degli utenti, attivandosi solo quando è stato ottenuto il consenso necessario.
- Google Consent Mode API – Un altro strumento fondamentale è la Google Consent Mode API. Questo permette di comunicare direttamente con i servizi di Google per informare lo stato del consenso degli utenti. Utilizzando le API, i proprietari dei siti web possono garantire che i tag di Google Analytics, Google Ads e altri strumenti di tracciamento si comportino in modo conforme alle preferenze di privacy degli utenti.
- Piattaforme di gestione del consenso (CMP) – Le piattaforme di gestione del consenso (CMP) sono strumenti essenziali per raccogliere e gestire i consensi degli utenti. Queste piattaforme offrono interfacce intuitive per gli utenti, permettendo loro di accettare o rifiutare il tracciamento dei dati. Le CMP integrate con la Consent Mode V2 assicurano che le preferenze degli utenti siano rispettate in ogni momento, sincronizzandosi con GTM e la Google Consent Mode API. Tra le principali ci sono Iubenda, CookieBot, Acconsento.click e OneTrust.
Come questa può impattare sulle campagne Google ADS? E come Google la interpreta?
L’implementazione della Consent Mode V2 può avere un impatto significativo sulle campagne Google ADS. Quando un utente non dà il suo consenso al tracciamento, i dati di conversione e altre metriche potrebbero non essere disponibili. Questo può influenzare la capacità di ottimizzare le campagne pubblicitarie, poiché mancheranno informazioni cruciali sul comportamento degli utenti e sulle conversioni.
Google ha sviluppato la Consent Mode V2 per aiutare i proprietari di siti web a rispettare le normative sulla privacy senza compromettere eccessivamente le funzionalità di tracciamento e analisi. Quando il consenso non è stato dato, Google utilizza tecniche di modellazione statistica per stimare i dati mancanti. Questo approccio permette di mantenere una certa precisione nelle metriche di performance delle campagne pubblicitarie, anche in assenza di dati completi.
A partire da marzo 2024 Google ha reso obbligatorio l’utilizzo della Consent Mode v2 a tutti gli inserzionisti della UE allo scopo di poter mostrare annunci personalizzati con o senza funzionalità di remarketing.
Sostanzialmente questo significa che, senza una corretta implementazione della modalità di consenso, Google non permetterà più di utilizzare i dati degli utenti per attività di profilazione e di remarketing a prescindere che l’inserzionista utilizzi audience create di direttamente in Google Ads o tramite Google Analytics.
I rischi per chi non si adegua
Il principale rischio per chi non si adegua alla Consent Mode V2 è rappresentato dalle sanzioni legali. Le autorità di protezione dei dati possono imporre multe significative in caso di siti web non conformi alla nuova direttiva. Le sanzioni possono raggiungere il 4% del fatturato annuo globale dell’azienda o 20 milioni di euro, a seconda di quale cifra sia maggiore.
Un altro rischio significativo è la perdita di fiducia degli utenti. Gli utenti sono sempre più consapevoli delle questioni relative alla privacy e si aspettano che i siti web rispettino le loro preferenze di tracciamento. Non conformarsi alle normative sulla privacy può danneggiare la reputazione di un’azienda e portare alla perdita di clienti.
Infine, non adeguarsi alla Consent Mode V2 può avere impatti negativi sulle performance di marketing. Senza il consenso degli utenti, i dati di tracciamento saranno limitati, rendendo più difficile ottimizzare le campagne pubblicitarie e analizzare il comportamento degli utenti. Questo può portare a decisioni di marketing meno informate e, di conseguenza, a risultati meno efficaci.