World Cup 2022: i brand e le campagne anti-Qatar
Domenica 20 novembre si è tenuta la cerimonia di inaugurazione dei tanto discussi mondiali di calcio in Qatar. Si tratta della prima competizione invernale di questo tipo, la prima in un paese arabo con leggi molto diverse dalle nostre.
Coca Cola è lo sponsor ufficiale della Fifa World Cup 2022 e come è solito fare gioca molto sull’immaginazione, sul fatto che bere una bottiglia di Coca Cola possa farti immergere in un clima di festa, in un evento diverso dal solito. Lo spot lanciato dal brand rappresenta una ragazza che, nel momento in cui finisce di bere, torna alla realtà con l’apparizione del claim finale “Credere è magico”. Per quanto non sia stato esplicitamente dichiarato da Coca Cola un messaggio di denuncia sociale, viene spontaneo domandarsi quanto lo spot possa rappresentare la reale condizione delle donne in Qatar.
Campagne diffamatorie e di ribellione
In occasione del torneo sono stati costruiti 12 nuovi impianti e si stima che a causa delle pessime condizioni di lavoro, senza opportune misure di sicurezza, siano morti 6500 lavoratori. Questa è la punta dell’iceberg in un paese in cui ogni diritto viene calpestato. Basti pensare al fatto che l’omosessualità è considerata un reato o alla condizione delle donne che sono ancora oggi, nel 2022, sottomesse al giudizio e alle decisioni del genere maschile.
Le critiche per questo mondiale non hanno tardato ad arrivare e numerosi brand hanno deciso di attuare una politica che si può definire anti-Qatar a tutela dei diritti civili.
Andiamo a vedere chi ha deciso di far sentire la sua voce.
Il birrificio scozzese BrewDog si proclama anti-sponsor
Il marchio di birra scozzese BrewDog ha dato inizio ad una vera e propria campagna diffamatoria contro questa edizione della Coppa del Mondo presentandosi come anti-sponsor del torneo. Basti pensare ad uno dei loro claim sui manifesti che recita: “Prima la Russia, poi il Qatar. Non vediamo l’ora della Corea del Nord”, il brand si mostra apertamente in disaccordo con le scelte, passate e presenti, della FIFA per la sede di svolgimento dei mondiali.
Il CEO James Watt spiega la presa di posizione del brand su Linkedin scrivendo: “BrewDog è orgogliosa di essere l’anti-sponsor della fott**a Coppa del Mondo. Sì, avete letto bene: questa non è la Coppa del Mondo, bensì la fott**a Coppa del Mondo. Il calcio è stato trascinato nel fango, prima ancora che si inizi a giocare”, poi continua denunciando le condizioni di lavoro a cui sono stati sottoposti gli operai per la costruzione delle strutture da adibire a questa competizione e infine conclude incitando le persone ad unirsi alla loro protesta: “Per essere chiari, amiamo il calcio, ma non certo corruzione, abuso e morte. Allora, unitevi a noi. Brindiamo ai calciatori, ai tifosi, alla libertà di parole. E due dita a chiunque pensi che una Coppa del Mondo in Qatar abbia senso”.
Il marchio di birra, inoltre, annuncia che tutti i soldi ricavati dalla vendita dei loro prodotti durante lo svolgimento della competizione saranno destinati ad associazioni contro la violazione dei diritti umani.
Naranjia X combatte per un #AbrazoSeguro
La società argentina di carte di credito Naranjia X ha lanciato una campagna a sostegno dell’omosessualità e i diritti LGBTQ+. Lo spot mostra in modo ironico e simpatico l’impossibilità di abbracciarsi tra i tifosi durante un’esultanza a causa delle leggi sulle manifestazioni di affetto in pubblico del Qatar. L’idea che ha avuto Naranjia X è geniale: hanno ideato un servizio di copertura assicurativa per i loro clienti chiamato #AbrazoSeguro (in italiano “Abbraccio Sicuro”) che consiste nel fornire loro assistenza legale in caso di problemi durante un momento di esultanza per la propria squadra del cuore, in questo caso l’Argentina. A causa delle leggi del Qatar, infatti, questi gesti di affetto in pubblico possono condurre a sanzioni molto gravi.
Hummel si nasconde in Qatar
Il brand di abbigliamento sportivo Hummel tempo fa ha presentato le nuove maglie da gioco della nazionale danese per la FIFA World Cup 2022. La particolarità viene subito all’occhio, infatti, su queste non è visibile né il logo del brand né quello di riconoscimento della nazione stessa. Il motivo è sempre lo stesso: il marchio sceglie di non avere niente a che fare con il Qatar e di non sfruttare un evento di portata mondiale come questo per ottenere visibilità a discapito della morte di migliaia di persone.
Ecco cosa riporta il tweet dell’account ufficiale di Hummel in occasione della presentazione delle divise da gioco di questi mondiali: “Questa maglia porta con sé un messaggio. Non vogliamo essere visibili durante un torneo che è costato la vita a migliaia di persone. Supportiamo fino in fondo la nazionale danese, ma non è lo stesso che sostenere il Qatar come nazione ospitante”.
In conclusione…
Insomma questa competizione mondiale è stata bombardata di critiche che si alimentano di giorno in giorno. Basti pensare ad una delle ultime notizie che sta facendo il giro del web: la FIFA ha minacciato di penalizzare qualsiasi giocatore indossi la fascia One Love a favore dei diritti LGBTQ+, una censura che mette in discussione tutto il mondo del calcio.
Ti stai chiedendo come ha reagito il Qatar a tutto questo? Lo sceicco del paese si è mostrato rammaricato della situazione dicendo: “Continueremo il nostro lavoro per tenere alto il nome della Nazione e apriamo le braccia per accogliere tutti affinché il mondo possa essere testimone della calorosa ospitalità e generosità dei qatarioti“.
Il torneo è appena iniziato e se queste sono le premesse non immaginiamo come possa continuare… Rimanete sintonizzati per essere sempre aggiornati sulle novità del settore e se hai bisogno di noi CHIAMACI o passa qua in agenzia, ci faremo una bella chiacchierata mentre ci gustiamo dei dolcetti al pistacchio!